Drupe, bacche, esperidi, arilli, cariossidi e falsi frutti! La natura gioca con le forme e ognuna ha una sua storia, una sua evoluzione che rispecchia un particolare adattamento ambientale. Tanto diversi quanto uguali nel loro obiettivo i frutti hanno tutti la stessa funzione: assicurare la sopravvivenza del seme e proteggere la vita di un nuovo individuo.
Data l’elevata specializzazione dei frutti e le molteplici forme assunte, esistono molte possibilità di categorizzazione. Per necessità di semplificazione e per fornire una facile lettura degli argomenti abbiamo deciso di discriminare i frutti tra carnosi e secchi con una particolare attenzione alle infruttescenze e ai falsi frutti.
Al fine di rendere completo l’argomento abbiamo deciso di descrivere in breve l’istologia di un frutto, la sua crescita e spiegarne i termini botanici principali. Sperando di non far torto ai botanici professionisti, ai quali ci ispiriamo e di cui studiamo con passione i lavori, qui di seguito riportiamo una sintesi che speriamo sia utile e di vostro gradimento.
Il frutto è una struttura esclusiva delle angiosperme derivante dalla maturazione dell’ovario (o gruppo di ovari) contenente i semi.
- Un frutto può essere semplice se è monocarpellare o deriva da più carpelli concresciuti insieme.
- Un frutto può essere aggregato se si sviluppa da più carpelli separati di un unico fiore.
- Un frutto può essere multiplo se è costituito da un gruppo di ovari maturi prodotti da fiori distinti.
È costituito da diversi strati che possono fondersi tra loro a maturità. L’insieme dei tre strati che avvolgono il frutto si chiama pericarpo.
- Esocarpo: strato più esterno della parete dall’ovario maturo. Comunemente chiamata buccia.
- Mesocarpo: strato centrale della parete dell’ovario maturo, comunemente chiamato polpa, compreso tra esocarpo e endocarpo.
- Endocarpo: strato più interno della parete dell’ovario maturo. In base al tipo di frutto può essere legnoso (nòcciolo) o carnoso. Nel frutto maturo di alcune bacche spesso si trova fuso con il mesocarpo.
Carpello: nelle angiosperme, foglia modificata che raccoglie uno o più ovuli, è un membro del gineceo.
Deiscenza: termine con cui si indica l’apertura di una antera, di un frutto o di un’altra struttura che consente la dispersione dei corpi riproduttori.
Indeiscenza: termine con cui si indica un frutto o una struttura che non si apre a maturità.

I FRUTTI SECCHI:
Achenio: frutto secco indeiscente contenente un solo seme. Può avere molte e diverse strutture di dispersione, peli uncinati, pappi, ali membranose etc. (tipico delle Asteraceae o Compositae).
Capsula: frutto secco deiscente che si sviluppa da due o più carpelli, può contenere molti semi (Bosso, Cisto, Papavero).
Cariosside: frutto secco indeiscente tipico delle Poaceae (o Graminaceae), il tegumento seminale è così strettamente appressato al seme tanto da risultare parte di esso.
Diachenio: frutto formato da due acheni saldati tra loro che si sviluppano dallo stesso fiore. Triachenio se gli acheni sono 3, Poliachenio se di più (Ranunculaceae).
Disamara: frutto secco caratterizzato dall’unione di due samare, bicarpellare. È tipico degli aceri.

Drupeole: frutto secco indeiscente contenente un solo seme (Humulus lupulus).
Follicolo: tipo particolare di frutto deiscente formato da una foglia che si apre da un lato a maturità (Nigella damascena, Colchicum spp.)
Legume: frutto secco deiscente formato da due valve che si aprono lungo due suture longitudinali (tipico delle Leguminosae, nella foto di copertina legume di Robinia pseudoacacia). Lo stesso di baccello.
Lomento: frutto formato da articoli sovrapposti che si frazionano a maturità, ogni articolo contiene un seme.
Noce: frutto secco indeiscente con pericarpo duro e legnoso, derivate da più carpelli (Quercus Sp., Corylus avellana); quando è di dimensioni molto ridotte si chiama nucula (Ostrya carpinifolia, Carpinus betulus, Betula pendula).
Pissidio: particolare tipo di capsula che si apre tramite un coperchio apicale (Amaranthus spp., Hyosciamus spp., Cyclamen spp.)
Saccello: capsula tipica delle Chenopodiaceae.
Schizocarpo: frutto secco pluricarpellare che a maturità si rompe in tanti pezzi quanti sono i carpelli (Althaea cannabina).
Samara: frutto secco indeiscente e monocarpellare con delle espansioni membranacee simili ad ali derivanti dal pericarpo. (Fraxinus spp., Ulmus spp.). E’ un tipo di achenio.
Siliqua: frutto secco deiscente formato da due valve che racchiudono una membrana centrale (replo) sui cui bordi sono attaccati i semi (Brassicaceae); quando di dimensioni ridotte viene chiamata siliquetta.
Strobilo: strutture legnose globose e deiscenti tipiche delle Cupressaceae, al loro interno contengono diversi semi.
Pigna: detta anche cono è tipica delle Gimnosperme (Abies spp., Pinus spp., Cedrus spp.) è una struttura conica formata da brattee legnose nelle quali sono protetti i semi. Sul piano filogenetico non possono essere considerati frutti in quanto questi ultimi si sviluppano esclusivamente dalle Angiosperme.

I FRUTTI CARNOSI:
Bacca: frutto carnoso indeiscente derivato da uno o più carpelli, esternamente membranoso, contenente uno o più semi inseriti direttamente nella polpa o mesocarpo (Vitis vinifera, Solanum lycopersicum).
Drupa: frutto carnoso derivante da un unico carpello. L’epicarpo morbido e carnoso contiene un rivestimento duro indeiscente detto nòcciolo nel quale si trova il seme. (tipico dei Prunus spp.).
Esperidio: particolare tipo di bacca tipica degli agrumi (genere Citrus) il cui interno è diviso in logge che ospitano sacche acquose contenti i semi.
Peponide: frutto carnoso tipico delle Cucurbitaceae.

LE INFRUTTESCENZE:
Sorosio: frutto composto formato da molte piccole drupe originatesi dalla crescita dei calici carnosi. Si chiama anche sincarpo (gelso).
Siconio: falso frutto carnoso tipico del fico, che al suo interno racchiude molti piccoli acheni.
I FALSI FRUTTI:
Arillo: struttura tipica del Taxus baccata somigliante ad una bacca carnosa. Simula un frutto ma non deriva dall’ingrossamento dell’ovario bensì dai tegumenti seminali.
Cinorrodio: tipico del genere Rosa è dovuto all’ingrossamento del ricettario concavo. I veri e propri frutti sono gli acheni contenuti al suo interno.
Fragola: è un frutto aggregato derivato dall’ ingrossamento del ricettacolo che ha assorbito i veri e propri frutti (acheni) nella sua crescita. Tipico del genere Fragaria.
Pomo: frutto carnoso semplice derivante dall’ovario e dal ricettacolo concresciuti. Si riscontra solo in una sottofamiglia delle Rosaceae (Malus spp., Pyrus spp.) Il vero frutto è il torsolo immerso nel mesocarpo.
Galbulo: falso frutto tipico dei ginepri, formato da squame carnose appressate tra loro. Simili ai frutti in realtà sono degli strobili carnosi.

PRINCIPALI FONTI:
RAVEN P.H., EVERT F.R., EICHORN S.E. 1990. Biologia delle piante, Quinta edizione. Zanichelli.
PIGNATTI S., 1982. Flora d’Italia. Bologna
PIRONE G. 2015. Alberi arbusti e liane d’Abruzzo. Penne (PE)
VIGGIANI P. & ANGELINI R. 2008. Dicotiledoni spontanee e infestanti. Milano (MI)
SITOGRAFIA:
Appunti di morfologia vegetale. 7 – I Frutti di Giuliano Salvai http://www.actaplantarum.org/morfologia/morfologia7.php
Pingback: Convallaria majalis: il giglio delle valli – Flora d'Abruzzo